Una testimonianza diretta di come l’assistenza Google Ads possa rovinare una campagna pubblicitaria perfettamente legittima.
Come molti lettori sanno, su Youtubemarketing.it mi occupo quotidianamente di promozione video tramite Google Ads, offrendo supporto a musicisti, aziende e content creator. Ma ciò che mi è capitato con una delle mie ultime campagne merita di essere raccontato pubblicamente, perché rivela la fragilità e l’arbitrarietà dell’intero sistema di revisione di Google.
Il contesto
Decido di lanciare una campagna video su YouTube Ads per un brano musicale. Il video è artisticamente sobrio: nessuna arma, nessuna sigaretta, nessun gesto osceno, nessuna volgarità visiva. Coreografie, canto, una performance visiva del tutto compatibile con gli standard di qualsiasi piattaforma pubblicitaria.
Eppure, Google Ads assegna alla campagna lo stato “Idoneo (limitato)”, indicando che alcuni contenuti del video sono inappropriati per la piena promozione.
La mia prima richiesta di chiarimento
Scrivo all’assistenza. In risposta, ricevo questa email da Maxwell (Google gTech Customer Experience):
Visualizzazione di simboli che richiamano le armi da fuoco: 0:02, 0:25
Scene che mostrano il fumo: 0:13
Uso di segni volgari (nei gesti o nei segni con le mani): 1:07
Controllo frame per frame.
Niente pistole. Nessun fumo. Nessun dito medio o gesto volgare.
Solo coreografia e canto. Ho allegato screenshot di tutte le scene indicate.
Riscrivo a Maxwell con questo tono, preciso ma diretto:
0:02 e 0:25: non si vedono simboli che richiamino armi da fuoco, né gesti riconducibili a pistole. Si tratta di movimenti generici delle mani usati comunemente nella danza e nei videoclip.
0:13: nessuno fuma. Non ci sono sigarette, sigari, né alcun oggetto che possa essere interpretato come tale.
1:07: anche qui, nessun gesto volgare o offensivo, solo coreografia.
E aggiungo:
Questa valutazione appare profondamente errata, e non supportata da elementi oggettivi. Continuare a sostenere il contrario mina la credibilità dell’intero processo di revisione.
La risposta di Google: “Abbiamo sbagliato video”
A questo punto, arriva una rivelazione sconcertante:
La valutazione iniziale faceva riferimento a un video diverso durante la revisione interna. Ci scusiamo per la confusione.
Hanno sbagliato video.
Un errore macroscopico. Grave. Avrebbero potuto penalizzare (o bocciare del tutto) la campagna di un cliente per contenuti inesistenti. Per colpa loro.
Ma non è finita: spunta un nuovo motivo
Mi illudo per qualche secondo che tutto si risolva. Invece, no. Ora cambiano la motivazione della limitazione:
Il nostro team ha confermato che il video è stato correttamente etichettato […] a causa di linguaggio offensivo. Anche se gli elementi visivi rientrano nei limiti accettabili, i contenuti audio contenenti volgarità influiscono comunque sull’idoneità degli annunci.
Aggiungono che YouTube Ads non consente linguaggio volgare, nemmeno se censurato o pronunciato a mezza voce.
Ora, premesso che non sono io l’autore del brano, e che il mio ruolo è quello di advertiser e promoter, resta il fatto che il video in questione non è diverso da centinaia di altri attivi sulla piattaforma.
Perché penalizzare proprio questo? Perché solo ora si accorgono del contenuto audio e solo dopo che io ho evidenziato il loro errore iniziale?
Il problema più grande: la cecità del sistema
Ciò che questo episodio dimostra è che le difficoltà e le complessità delle campagne video su YouTube Ads possono portare a limitazioni o rifiuti ingiustificati, a volte dovuti a errori umani o di revisione automatica. Se poi provi a far valere le tue ragioni, ti trovi davanti a un sistema opaco, chiuso, autoreferenziale, che prima sbaglia, poi si scusa, poi cambia le carte in tavola.
Una campagna perfettamente legittima viene penalizzata, e Google si limita a suggerirti: “carica un’altra versione del video”. Ma se sei un promoter, non puoi modificare il video originale di un artista. E nemmeno dovresti.
Il punto finale
Chi usa Google Ads nel 2025 deve sapere questo: anche se sei onesto, anche se fai tutto per bene, anche se il tuo video è innocuo, puoi finire penalizzato. E non avrai nessuno con cui parlare davvero.
Nessuna verifica seria. Nessuna assunzione di responsabilità. Solo bot travestiti da umani e “linee guida” che nessuno sa applicare con coerenza.
🔴 CALL TO ACTION
Se anche tu hai vissuto situazioni simili, scrivimi a [email protected]. Raccolgo segnalazioni reali di abusi, errori o censure ingiustificate da parte di Google Ads.
È ora di fare rete e raccontare quello che accade davvero dietro le quinte del sistema pubblicitario più potente del mondo.
Non abbiamo paura di dire la verità.